COVID-19 e RESILIENZA - dott. Luca Ripamonti
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resilienza

COVID-19 e RESILIENZA

Per la prima volta ci troviamo ad affrontare una pandemia che non solo incide sulla salute fisica di ognuno di noi, ma anche su quella mentale.

E importante, infatti, sottolineare quanto la diffusione del coronavirus abbia avuto un forte impatto sulle nostre abitudini quotidiane e sulla gestione delle nostre emozioni. Abituati ad una società iper-produttiva, dove bisogna muoversi in maniera sempre dinamica, veloce e multitasking, la richiesta che oggi ci viene fatta è “restate a casa“, ponendoci di fronte ad un cambiamento radicale del nostro modus vivendi.

Già di per sé un’inversione di rotta così repentina dei nostri schemi cognitivi è fonte di stress e di un aumentato senso di insicurezza. Ad essa, poi, si aggiungono ulteriori fattori stressogeni – di natura più individuale- quali, ad esempio, un aumento dell’arousal, un più profondo senso di solitudine e angoscia, un costante stato d’allarme e un senso di alienazione.

Tali reazioni emotive, che accompagnano la nostra esperienza in questa situazione di assoluta emergenza, rischiano di divenire poco gestibili per l’individuo, anche a fronte della lunga durata dell’emergenza stessa.

Come affrontare tutto ciò? La resilienza

Innanzitutto, è utile sapere che ogni situazione di stress acuto e/o di trauma porta in sé fattori protettivi e difensivi che devono essere riconosciuti e che consentono all’individuo di volgere l’esperienza minacciosa in termini positivi. Ed è proprio qui che entra in gioco la resilienza di ciascun individuo, definita come la capacità umana di affrontare, resistere e riorganizzare in modo positivo la propria vita in seguito ad un evento molto stressante e/o traumatico che suscita sentimenti negativi e provoca sofferenze.

Alimentare la nostra resilienza significa innanzitutto accogliere quei sentimenti -spesso scomodi e negativi- che sentiamo di provare, prendendo atto della loro esistenza e mettendo a tacere il nostro giudice morale interno. Inoltre, è necessario nutrire il nostro focus of control interno, piuttosto che quello esterno. In questo modo, è possibile aumentare il potere su noi stessi e sulle nostre possibilità d’azione, arginando invece l’impulso ad avere un controllo sul mondo esterno, impulso che non farebbe altro che aumentare la nostra frustrazione e il nostro senso d’impotenza.

Strategie utili

Bisogna dare spazio a quei fattori positivi presenti in ognuno di noi ed impegnarci a porre in essere alcune strategie utili per mantenere una regolare quotidianità e confini definiti rispetto al senso dello spazio e del tempo. Tra queste, ad esempio, è fondamentale:

  • uno stile di vita sano (corretta alimentazione, movimento fisico, regolarità del ritmo sonno-veglia),
  • tenere contatti con altri individui e con il mondo esterno, seppur in modo diverso da quello abituale (attraverso l’uso di strumentazione digitale o del più familiare telefono per le persone anziane),
  • fare affidamento ad una seria informazione e, soprattutto, chiedere aiuto in caso di bisogno.

Supporto psicologico

Il primo passo è evitare di chiudersi in se stessi e affidarsi, in caso di necessità, a figure professionali di riferimento che possano essere di supporto per l’individuo in un momento storico così difficile. Ciò al fine di promuovere un maggior senso di sicurezza interno e un maggior senso di appartenenza collettiva.

Di seguito, si rende disponibile il contatto della Dott.ssa Lavinia Ripamonti per colloqui di sostegno in tale situazione di emergenza.

Dott.ssa L. Ripamonti

Psicologa Clinica, iscritta all’ALBO A, n. 2866

Recapito telefonico: 327 8685215

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